Nella provincia di Catania, vi sono stati la notte scorsa due furti con escavatore. A Scordia ed a Mirabella dei bancomat sono stati asportati con un mezzo pesante, poi lasciato dopo la seconda rapina dai malviventi. Arrivati a bordo di un Tir, poi fuggiti con un camioncino ritrovato in provincia di Siracusa, con a bordo una cassaforte aperta e svuotata.
La notizia ha fatto il giro delle agenzie. Pare che un ladro si sia anche scusato con una signora che si è affacciata sul balcone di casa, dicendole “Fatto tutto stiamo andando via, ci scusi”.
Ora pensiamo se la stessa vicenda fosse accaduta a Roma.
Anzitutto le strade in rifacimento, i tunnel in costruzione e la metropolitana in perenni scavi, significano che nella Capitale possono essere facilmente trovati almeno un migliaio di escavatori, molti dei quali probabilmente vicini anche a delle sedi bancarie.
Con il rumore non si sarebbero affacciate delle persone, pronte come avvenuto in Sicilia, a riprendere il fattaccio. Perché questo? Perché se a Roma, come avviene da lunedì scorso su viale Trastevere, si decide di rifare il manto stradale dalla mezzanotte alle 3 di notte – quando avrebbero potuto pensarci durante l’estate -, creando un tale casino sonoro e non solo: figuriamoci se il romano, già barricatosi dentro la propria abitazione, esce per dire “che fate fermatevi”.
Non è un consiglio per le bande di criminali ovviamente, quanto una sghignazzata alla Proietti, di cui ricorre oggi la data di morte, avvenuta il 2 novembre 2020.
Di lui ricordiamo “Ma allora Roma è sintesi de che? A coso… Roma è sintesi de tutto”.
(l’immagine di Gigi Proietti è Copyright di Alan Davìd Baumann)