Che a Roma fosse praticamente impossibile muoversi lo si era capito da tanto tempo. Colpa della crescita della città senza piani urbanistici precisi, ai quali sono succeduti sindaci di varie politiche e con diverse teste, anche calde.
Non ultimi i malesseri del quotidiano: buche, sanpietrini sconnessi, traffico, lavori, lavori, lavori non soltanto “in Corso”.
L’andatura media di un veicolo in centro è di 10-15 chilometri all’ora. Quando poi miracolosamente un semaforo diventa verde, si scatta, dimenticandosi spesso che gran parte dei limiti sono attestati sui 30 km/h, francamente difficili da non superare. Per le nuove disposizioni comunali per accelerare – a loro dire – un percorso, in gran parte delle strade sono stati eliminati molti parcheggi e per questo chi deve prendere un figlio a scuola o ha qualcosa di urgente da fare, o comunque non se la sente di girare talvolta per ore alla ricerca di un parcheggio, piazza la macchina in doppi o tripla fila.
Certo, non si attiene alla Legge, ma talvolta se ne può comprendere un utilizzo diciamo maldestro.
Sarebbe forse più utile multare chi stando al telefono durante la guida, si piazza al centro delle corsie non permettendo alcun soprasso. Il Sindaco Gualtieri ha invece presentato in un filmato, un nuovo sistema di controllo chiamato Cerbero. In dotazione alla polizia di Roma Capitale, la nuova strumentazione, grazie all’intelligenza artificiale è in grado di rilevare automaticamente le violazioni, verificare in tempo reale la correttezza della sosta e che i veicoli siano in regola con la revisione e l’assicurazione.
Roma capoccia, incappucciata e capocciona.