E’ diventato virale sui social un documento “anti discriminazioni” pubblicato a Torino, da una asl: meglio dire “gay” rispetto ad “altra sponda”; vietato dire “gnocca”: una sorta di decalogo del linguaggio inclusivo
Proibiti i giri di parole: è preferibile dire gay o lesbica – sempre che l’intento non risulti offensivo -, rispetto alle definizioni “dell’altra sponda” o “dell’altra parrocchia”. Meglio non utilizzare “cambio di sesso”, ma spiegare che si è intrapreso un “percorso di affermazione di genere”. Da evitare anche termini come “muso giallo”, “racchia” o “bangla”.
Le “linee guida per un linguaggio inclusivo e rispettoso” sono state varate a uso interno dall’Asl Torino 5 con apposita delibera firmata dal direttore generale. Il lungo documento comincia con un excursus sui pregiudizi, gli stereotipi e la possibilità non troppo remota che il tutto si traduca in vere e proprie discriminazioni, per poi passare a una serie di “consigli pratici” e, nella parte finale, a un vero e proprio “glossario” accompagnato da una serie di “regole grammaticali”.
__________
Roma, quartiere Laurentino. Vi è mai capitato di girare alla ricerca di un parcheggio? Nella capitale succede di continuo, fra parcheggi tolti dalla municipalità, lavori in corso che bloccano le strade, strade dissestate, ristoranti ai quali la legge covid che dava loro il permesso di invadere i marciapiedi, non è stata abolita…
Forse esausto alla ricerca del posto, qualcuno ha parcheggiato la car sharing in un posto tanto inusuale quanto di difficile collocazione: sulle scale di un edificio.
Sembra oltretutto difficile l’uscita dal mezzo e per questo gli investigatori suppongono che la 500 vi sia stata spinta.
Immaginate però le espressioni degli abitanti che una bella mattina hanno trovato la tromba delle scale intasata da un’autovettura.