
Alfonso Tumbarello, 70 anni, il medico che aveva in cura Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro, è indagato nell'ambito dell'arresto del super latitante. Tumbarello è di Campobello di Mazara ed è stato per decenni medico di base in paese, sino a dicembre scorso, quando è andato in pensione. Tumbarello sino a qualche mese fa è stato medico del vero Andrea Bonafede, 59 anni, residente a Campobello di Mazara e avrebbe prescritto le ricette mediche a nome dell'asistito. Ieri i carabinieri hanno perquisito le abitazioni di Campobello, di Tre Fontane e l'ex studio del medico che è stato anche interrogato, 17 gennaio 2023. ANSA / Max Firreri
Palermo, 23 febbraio 2023 – Si è svolta davanti al tribunale del Riesame di Palermo l’udienza sulla richiesta di scarcerazione di Alfonso Tumbarello, medico di Campobello di Mazara che ha avuto in cura almeno negli ultimi due anni il boss mafioso Matteo Messina Denaro durante la latitanza, ed Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra che ha prestato l’identità al capomafia. La Procura, rappresentata dai pm Piero Padova e Gianluca De Leo, ha chiesto il rigetto dell’istanza difensiva e ha depositato nuove carte a carico dei due indagati. Secondo i magistrati, Bonafede si sarebbe occupato di ritirare le prescrizioni di farmaci ed esami clinici eseguite dal dottor Tumbarello a nome del cugino, di consegnare allo stesso medico la documentazione sanitaria che di volta in volta il boss riceveva durante le cure, contribuendo così a mantenere segreta la reale identità del paziente. Tumbarello, invece, avrebbe assicurato a Messina Denaro l’accesso alle cure del Servizio Sanitario Nazionale attraverso un percorso terapeutico durato oltre due anni, con più di un centinaio di prescrizioni sanitarie e di analisi (o richieste di ricovero) intestate falsamente al geometra Andrea Bonafede, mentre in realtà a beneficiarne era il boss Messina Denaro. Tumbarello avrebbe così garantito al malavitoso non solo le prestazioni necessarie per le gravi patologie di cui soffriva, ma anche la riservatezza sulla sua reale identità. I legali dei due indagati, accusati rispettivamente di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico e favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravati, hanno ribadito che Bonafede e Tamburello non erano a conoscenza della vera identità del paziente. Il tribunale si è riservato di decidere.