Scava che ce trovi quarcosa

In vista ritardata delle celebrazioni per il Giubileo 2025, Roma ha deciso di riaprirsi, richiudersi, rianalizzarsi, ricercarsi, riscavarsi, lasciando i romani esterrefatti come sempre, annoiati, innervositi e quant’altro.

A Papa Grergrio XVI (Belluno, 18 settembre 1765 – Roma 1° giugno 1846) viene erroneamente attribuita la frase Chemin de fer, chemin d’enfer (“La ferrovia è la strada per l’inferno”). Tuttavia, papa Cappellari non era contrario alle ferrovie ma, semplicemente, non ne autorizzò la costruzione. Una commissione per studiare l’eventuale realizzazione della ferrovia nello Stato Pontificio venne infatti istituita proprio da Gregorio XVI nel 1840, ma i progetti presentati risultarono svantaggiosi. Lo Stato, infatti, non aveva né il ferro né il carbone, risorse che si sarebbero dovute reperire all’estero, né disponeva della tecnologia necessaria. La commissione concluse che i costi sarebbero stati altissimi, specialmente per le magre finanze romane. Gregorio XVI, tuttavia, disse che sicuramente il suo successore avrebbe dovuto mettere mano alla faccenda. Pio IX, anni dopo, realizzò all’interno dello Stato Pontificio una delle prime reti ferroviarie italiane. Le pessime condizioni finanziarie in cui Gregorio XVI lasciò gli Stati della Chiesa furono in parte dovute a ingenti spese in opere architettoniche e di ingegneria.

Nei 72 anni dell’esistenza di Giuseppe Francesco Antonio Maria Gioachino Raimondo Belli,  dal 1791 al 1863, al  si avvicendarono sul trono pontificio sei papi:Pio VI, Pio VII, Leone XII, Pio VIII, Gregorio XVI e Pio IX.

La Roma der poeta è una città dove è netta la separazione fra la Curia e la plebe. Da una parte ci sono i rappresentanti dello stato teocratico e – il “papa-vicecristo”-, un immenso stuolo di cardinali e una decrepita nobiltà ereditaria – dall’altra  una plebe abbandonata a se stessa.

Chi mejo der Belli avrebbe potuto “parlare” degli scavi di un Papa?

PAPA GREGORIO AGLI SCAVI

“Bene!” diceva il Papa in quel disordine degli scavi di Campo-vaccino: “Bel buco! Bella fossa! Bel grottino! Belle queste pietre! Tutto quanto bello! E guardate un po’ lì quel capitello non lo potrebbe fare meglio uno scalpellino! E guardate un po’ qui questo peperino se non pare una pietra da fornello!” E intanto che il Papa in mezzo a cento architetti e antiquari della corte esternava il suo saggio sentimento, la folla, a mezza voce, diceva: “Ah! Questo sant’uomo ha un gran talento! Ah, un Papa di questo valore è una grande fortuna!”

Dalla prosa in italiano ai versi in romanesco

PAPA GRIGORIO A LI SCAVI nei Sonetti del Belli

    “Bbene!”, disceva er Papa in quer mascello

De li du’ scavi de Campo-vaccino:

“Bber bùscio! bbella fossa! bber grottino!

Bbelli sti serci! tutto quanto bbello!

    E gguardate un po’ llì cquer capitello

Si mmejjo lo pò ffà uno scarpellino!

E gguardate un po’ cqui sto peperino

Si nun pare una pietra de fornello!”

    E ttratanto ch’er Papa in mezzo a ccento

Archidetti e antiquari de la corte

Asternava er zu’ savio sintimento,

    La turba, mezzo piano e mmezzo forte,

Disceva: “Ah! sto sant’omo ha un gran talento!

Ah, un Papa de sto tajjo è una gran zorte!”

Giuseppe Gioachino Belli, Sonetti – 15 marzo 1836

dedicato alla mia aDorata

By Redazione

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