Un mondo che c’è ancora

“… Però le cronache erano terrificanti. Yosele tradusse in yiddish il resoconto delle atrocità commesse contro neonati, contro patriarchi fatti a pezzi, ci riferì delle donne incinte cui era stato squarciato il ventre …”

Volevo distrarmi dalle quotidiane notizie da Gaza, ed ho ripreso a leggere uno splendido libro: ”Di un mondo che non c’è più”, di Israel J. Singer (1893-1944).

A pagina 240 l’autore scrive quanto ho appena citato, ma si parla di un pogrom che era stato perpetrato a Bialystock. Il racconto si svolge in Polonia 119 anni or sono, quindi all’inizio del XX secolo. La Russia dello Zar era entrata in guerra contro il Giappone e gli shtetl, ossia i villaggi abitati in gran parte da comunità ebraiche, subivano come sempre questi violenti attacchi perpetrati da non ebrei.

Pur leggendo un mondo che secondo il titolo non esiste più, mi sono ritrovato, guarda tu il caso, a rivivere parte del 7 ottobre.

E allora mi si dica se quel che sta accadendo oggi non è simile a quanto già verificatosi infinite volte. E allora non mi si contraddica se insisto nel reputare l’atteggiamento di molti, compresi certi partiti politici nostrani ed internazionali, come fautori di un nuovo antisemitismo, figlio e nipote di quelli antichi e recenti.

By Alan Davìd Baumann

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts

No widgets found. Go to Widget page and add the widget in Offcanvas Sidebar Widget Area.